venerdì 16 settembre 2011

Bistrot Philo 15a puntata. "L'analfabetismo dilagante"

Ciao a tutti, ritorna il Bistrot Philo. In questi mesi di pausa estiva ho raccolto svariati attestati di simpatia verso questa iniziativa e vi ringrazio.
La 15a puntata andrà in onda in diretta su Radioantares giovedi 29 Settembre alle ore 21. Qui di seguito è riportato lo "spunto" di U. Galimberti ( non sarà una costante ) e come sempre vi invito a lasciare una vostra opinione o testimonianza. Potete farlo firmandovi solo con il nome e il luogo da cui scrivete oppure in forma anonima.



L’analfabetismo dilagante

Negli ultimi trent’anni siamo stati traghettati in una fase dove le cose che sappiamo, dalle più elementari alle più complesse, non le dobbiamo necessariamente al fatto di averle “lette” da qualche parte, ma semplicemente di averle “viste” in televisione, al cinema, sullo schermo di un computer, oppure “sentite” dalla viva voce di qualcuno, dalla radio o da un amplificatore inserito nelle nostre orecchie e collegato a un walkman. A questo punto sorgono spontanee le domande: come la trasformazione della strumentazione tecnica modifica il nostro modo di pensare? E ancora: quali forme di sapere stiamo perdendo per effetto di questo cambiamento?
Con l’avvento della scrittura il vedere acquistò un primato rispetto all’udire, ma non lasciò senza cambiamenti la stessa vista che, da visione delle immagini del mondo, dovette imparare a tradurre in significato una sequenza lineare di simboli visivi. Se leggo la parola “cane” la forma grafica della parola e quella fonica non hanno niente a che fare con il cane, e allora la visione dei codici alfabetici comporta un esercizio della mente che la visione per immagini non richiede. Ciò ha comportato un passaggio da un’intelligenza “simultanea” a una forma più evoluta che è quella “sequenziale”.
L’intelligenza simultanea è caratterizzata dalla capacità di trattare nello stesso tempo più informazioni, senza però essere in grado di stabilire una successione, una gerarchia e quindi un ordine. E’ l’intelligenza che usiamo, per esempio, quando guardiamo un quadro, dove è impossibile dire che cosa vada guardato prima e cosa dopo. L’intelligenza sequenziale, che usiamo per leggere, necessita invece di una successione rigorosa e rigida che articola e analizza i codici grafici disposti in linea. Sull’intelligenza sequenziale poggia quasi tutto il patrimonio di conoscenze dell’uomo occidentale. Ma questo tipo di intelligenza, che fino a qualche anno fa sembrava un progresso acquisito e definitivo, oggi sembra entrare in crisi per opera di un ritorno dell’intelligenza simultanea, più consona all’immagine che all’alfabeto. Non a caso si assiste in tutto il mondo a un arresto dell’alfabetizzazione, che da diversi anni non si schioda da quel 47% di analfabeti, per cui sembra si rovesci quel processo, che sembrava irreversibile, che aveva portato l’uomo dall’intelligenza simultanea a quella sequenziale. Radio, telefono e televisione hanno riportato al primato dell’udito rispetto alla vista, e ricondotto la vista, dalla decodificazione dei segni grafici, alla semplice percezione delle immagini che su degli schermi si susseguono, con una conseguente modificazione dell’intelligenza, la quale, da una forma evoluta, regredisce ad una forma più elementare.
Naturalmente “guardare” è più facile che “leggere”, e quindi, cari lettori, apprestiamoci ad essere sempre più rari e, in questo mondo mediatico, anche un po’ strani. L’homo sapiens, capace di decodificare segni ed elaborare concetti astratti, è sul punto di essere soppiantato dall’homo videns, che non è portatore di un pensiero, ma fruitore di immagini, con conseguente impoverimento del capire, dovuto, come scrive Giovanni Sartori in “Homo videns, televisione e postpensiero”, all’incremento del consumo di televisione. E, com’è noto, una moltitudine che “non capisce2 è il bene più prezioso di cui può disporre chi ha interesse a manipolare le folle.
                                                                          
                                                                             U. Galimberti

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