BISTROT PHILO. 12° puntata
“La libertà sessuale della donna”
Il controllo della sessualità femminile, che interiorizzata dalle donne diventa autocontrollo, risale all’origine dei tempi, ed è dovuto al fatto che l’esercizio della sessualità nella donna è intimamente connesso alla generazione. Anche nelle più remote tribù primitive, che Lévi-Strauss a suo tempo ha visitato nell’ America latina e Malinowski nelle isole Trobriand al largo della costa sudorientale della Nuova Guinea, il capo tribù controllava l’esercizio della sessualità femminile affinchè non nascessero più figli di quanti il gruppo ne potesse mantenere.
Di questo controllo è rimasta traccia anche nella nostra cultura, nel medioevale ius primae noctis dove la donna, per poter accedere al talamo dell’uomo che aveva scelto o le era stato assegnato, doveva trascorrere la prima notte col re, non tanto per ragioni sessuali, quanto per marcare una gerarchia di poteri, disponendo la donna dello stesso potere del re: il potere di vita e di morte.
Oggi che, grazie alla diffusione delle pratiche anticoncezionali, la sessualità è sganciata dalla riproduzione, la donna può guardare alla sessualità non più come a un ineluttabile destino ma come a una libera scelta. Può cioè esprimere la sua sessualità come crede, anche se la psiche, essendo più lenta delle accelerazioni della storia, non ha ancora interiorizzato questa libertà, sia nei maschi dove il retaggio storico ancora condiziona e determina il giudizio negativo sulla libertà sessuale delle donne (di cui peraltro fruiscono per la loro soddisfazione, ma da cui si tengono anche lontani quando si tratta di costruire il gruppo familiare), sia nelle donne che tendono a contenere la loro libertà sessuale per non precludersi la possibilità di un rapporto coniugale.
Siamo tutti ancora abbastanza talebani, e anche se le donne, col tanga, hanno liberato il loro corpo dal burqa, non hanno ancora liberato la loro anima a causa del pregiudizio maschile.
Quando sento dire, con molta superficialità, che bisogna liberare le donne mediorientali dal burqa o dal velo, mi domando sempre se coloro che lo chiedono sanno quali macchine antropologiche e psicologiche, per non parlare delle macchine che governano l’organizzazione familiare e sociale, occorre terremotare. Perché non basta dire “democrazia” e pretendere addirittura di esportarla, se a una cultura non si lascia il tempo necessario alla sua evoluzione, soprattutto in tema di emancipazione sessuale che, di tutte le rivoluzioni, è la più decisiva, quella che più incide nelle trasformazioni sociali. Solo la superficialità della cultura americana può ignorare queste cose. E noi al seguito.
U. Galimberti
La libertà sessuale della donna è un punto cardine in quel percorso che si chiama emancipazione femminile.
RispondiEliminaIn italia negli ultimi 40 anni la donna è molto progredita sotto questo punto di vista.
Le lotte femminili su temi come il divorzio l aborto,una raggiunta indipendenza economica, una nuova coscienza dei propri
mezzi e un migliore livello di istruzione hanno permesso alla donna di emanciparsi.
i benefici di questa nuova situazione ,purtroppo non hanno raggiunto le donne appartenenti alle classi più deboli
e in un certo senso è come se il tempo in questi casi si fosse quasi fermato.
Un esempio positivo penso possa venire da quei paesi europei più moderni del nostro come olanda, inghilterra e francia
dove esiste una cultura che rispetta la donna molto più solida e radicata della nostra
Argomento, come sempre, ma forse di più, estremamente complesso e sul
RispondiEliminaquale è molto difficile scrivere in poche righe un qualcosa
che riesca a riassumere ciò che penso.
In breve, dobbiamo ritornare a Freud con la sua teoria delle
pulsioni sessuali che non possono essere soffocate o inibite pena
l'emergere di una nevrosi o al peggio di una psicosi. E'
indispensabile riconoscere la propria sessualità, le proprie
inclinazioni i propri bisogni anche di sicurezza affettiva che
origina , ancestralmente, dal bisogno di proteggere la prole.
La società consumistica spinge a trasformare la sessualità in un
oggetto di consumo, ma la nostra natura animale che si è sedimentata
nel corso di centinaia di migliaia di anni muove gli istinti in
un'altra direzione che è quella biologica. ecco perchè lo scollamento
tra i diversi tempi può portare a conflitti all'interno della
psiche. Bisogna riconoscere le proprie pulsioni di possesso , e
contemperarle con le conquiste culturali ottenute dall'89 in poi.
E' un difficile cammino individuale che deve, comunque, essere
percorso.
Argomento vitale. Prima che il burka fosse era la donna e la legge interiore delle donne non appartiene a nessuno, perchè la vita non si può possedere.
RispondiEliminaBisognerebbe parlare di libertà della donna, in toto disgiungendo per sempre ciò che il maschio connota come di propria appartenenza di ogni donna. Come si può possedere un bene naturale quando l'interesse per il medesimo è istintuale e non ti appartiene?
Il sesso non è un fine ma solo un mezzo. tanto che esiste solo nel mezzo della vita, come ferrtilità.
Allora di che vogliamo parlare? Vogliamo parlare della possibilità della donna di scambiare valore sulla dabbenaggine del maschio? Oppure vogliamo parlare della sacralità dell'attesa, cioè di farsi tempo per il tempo altrui, vivendo un tempo a perdere, verso la morte e al contempo dare il tempo di vivere alla vita altrui?
La dinamica del sesso trova senso tra la dolcezza della ricerca della propria e altrui completezza su questo mondo.
Il controllo della generabilità, come self eco sistema è presente anche in natura. Il corpo non è illimitato. Carestia uguale a infertilità e già la carenza del ferro ematico blocca il ciclo. Alla faccia degli antropologi e dei papponi.
Ma veramente vogliamo credere a quelle balle?
Mi creda è molto più sotto controllo della scheda madre.
Anche il porno è da rivedere, nel suo senso. Ogni posa da calendario ha , agli occhi ancestrali del cervello maschile una valenza ostetrica. Si considera eccitante cio che in realtà, ad occhio esperto , è solo una manifestazione di fertilità.
Le gambe aperte sono un gioco di anche, la lambada è la miglior movenza per la trafila ossea del parto , il sesso orale è figlio della lingua del lattante... e così via.
In pratica ti piace un culo ma non sai che quei parametri garantiscono il parto. Ti piace, pigliala. Quella sgrava bene. punto.
Abbattete l'importanza del sesso a favore della vita.
La libertà di ogni donna è la possibilità di sorridere a chi la ama.
Ma l'amore non si può comprare.
Io, personalmente, mi ritrovo pienamente nella descrizione che Galimberti fa dello stato delle cose. Ho avuto più uomini nella mia vita e tutte le volte che mi è capitato di raccontare al mio compagno del momento di esperienze pregresse con un altro ho visto materializzarsi, anche nella persona più intelligente e culturalmente aperta, una certa freddezza, quasi un malcelato disprezzo. I pregiudizi sono forti, più forti di quanto si pensi, anche nella nostra società che si vanta di essere moderna ed emancipata. E' proprio vero che la storia ed aggiungerei la tecnologia vanno più veloci della nostra psiche. Saluti e complimenti per la trasmissione.
RispondiEliminaIl tema è molto ostico e richiede a ciascuno di noi un atteggiamento sincero e privo di ipocrisie. Sicuramente l'avvento degli anticoncezionali ha determinato una svolta storica liberando la sessualità femminile, sganciandola definitivamente dalla riproduzione. Un bene? Penso di si, sia per gli uomini che per le donne. Ha ragione però Galimberti quando dice che la psiche non và alla stessa velocità della storia e questo succede perchè l'idea della riproduzione rimane una componente centrale della nostra esistenza. Succede allora che quando un uomo o una donna pensano a riprodursi, a costruire un gruppo familiare, ricadano nei meccanismi che la natura ha previsto per noi, che sono scritti nel nostro DNA e che sono riconducibili banalmente al fatto che la madre di un bimbo è certa, il padre no. Cosa fare? Niente, basta esserne consapevoli provando a liberarci, se possibile, dai nostri pregiudizi.
RispondiElimina